Adesso, finalmente svelati i "segreti" della produzione del nostro vino, le tante denominazioni e gli aggettivi che generalmente accompagnano il "Marsala" nelle sue mille etichette, diventano chiare, e, soprattutto, essenziali per conoscere e capire a fondo questo prodotto.
Il Disciplinare di Produzione classifica il Marsala in base a tre elementi: colore, grado zuccherino, durata dell'invecchiamento e conseguente grado alcoolico. Dalla combinazione di questi fattori nasce una gamma molto vasta, articolata in diverse tipologie.
In primo luogo, però, è necessario illustrare un'ulteriore distinzione, che, pur non essendo esplicita nel Disciplinare, crea una prima, netta, linea di demarcazione all'interno di questa gamma: la differenza tra il Marsala Vergine e i Marsala cosiddetti "conciati", ovvero il Superiore ed il Fine.
Questa differenziazione è strettamente attinente al processo produttivo: mentre, infatti, i Marsala "conciati" vengono preparati, come già detto precedentemente, con l'aggiunta di alcool, mosto cotto e mistella, Il Marsala Vergine può essere ottenuto esclusivamente dalle uve a bacca bianca, con la semplice aggiunta di alcool e/o di acquavite di vino, escludendo tassativamente, di contro, addizioni di mosto cotto e/o concentrato e di sifone. Ecco perché, evidentemente, questo prodotto viene denominato Vergine, ma questa denominazione può essere utilizzata soltanto in presenza di altri due requisiti necessari: l'invecchiamento deve essersi prolungato per almeno 5 anni in legno (o 10, per il Vergine Riserva o Stravecchio) ed il grado alcolico non deve mai essere inferiore al 18%.
Secondo la classificazione esplicitamente prevista dal Disciplinare, i Marsala "conciati" si diversificano come segue.
In relazione al colore, la cui tonalità ed intensità è generalmente influenzata dalla quantità di mosto cotto utilizzato, oltre che dalle uve, si otterranno vini color:
Oro (non aggiunti di mosto cotto);
Ambra (con aggiunta di mosto cotto non inferiore all'1%);
Rubino (non aggiunti di mosto cotto, piuttosto ottenuti da uve nere ed, eventualmente, bianche con il limite massimo del 30%);
Il sapore, determinato dalla quantità di zuccheri presenti, è alla base della distinzione fra Marsala:
Secco, con zuccheri inferiori a 40 grammi/litro;
Semisecco, con zuccheri superiori a 40 grammi/litro, ma inferiori a 100 grammi/litro;
Dolce, con zuccheri superiori a 100 grammi/litro.
Ed infine, in relazione alla durata dell'invecchiamento, il Marsala si chiamerà:
Fine, con un affinamento non inferiore ad un anno, di cui i primi quattro mesi non necessariamente in legno, e alcool superiore al 17%;
Superiore, con un periodo di affinamento in legno non inferiore a 2 anni e grado alcolico superiore al 18%;
Superiore Riserva, con periodo di affinamento in legno non inferiore a 4 anni.
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